Il Santuario

Dove si trova il Santuario
Il nostro Santuario si trova nel Comune di Cittareale, provincia e Diocesi di Rieti. Adagiato alle pendici del Monte Caiduro quasi nascosto per chi arriva lasciando la Via Salaria attraverso la Valle Falacrina in direzione di Norcia.
La Storia del Santuario
È nella notte dei tempi che va ricercata l’origine, comune ad altri luoghi di culto, del ritrovamento di immagini Sacre divenute con il tempo venerate dalla religiosità popolare.
Tra il IV ed il V secolo D.C. la diffusione dell’iconoclastia spinse molti fedeli ad occultare le immagini Sacre per preservarle dalla distruzione; alcune vennero dimenticate e poi miracolosamente rinvenute secoli dopo come accadde alla nostra statua della Vergine orante con in braccio il bambino; era il 7 maggio di un anno imprecisato sicuramente precedente al 1100 D.C..
Narra la tradizione che una pastorella sorseggiando dalle sorgenti del fiume Velino scorgesse affiorante la piccola statua e tanta fu l’emozione e la sorpresa che subito la pietà popolare urlò al miracolo. I fedeli pensarono di dare una collocazione dignitosa alla statua ritrovata dalla pastorella traslandola nella Parrocchia più vicina ma la leggenda narra che la statua venisse sempre ritrovata sul luogo del primo rinvenimento tra le acque delle sorgenti dove oggi un gruppo scultoreo opera dell’artista Titti Saletti ricorda l’evento e dove, a poca distanza sorge il nostro Santuario.
Nel 1153 Anastasio IV, già Vescovo della Sabina, eresse a Parrocchia il nostro Santuario che conobbe l’ira dei terremoti subendo la quasi totale distruzione nel 1298 e poi nel 1703 quando rimase in piedi la sola nicchia che conteneva la statua della Vergine. Subì danni anche in seguito agli eventi sismici del secolo scorso e del 2016 venendo prontamente restaurato dalle competenti autorità e riaperto al culto il 30 maggio del 2021 dall’allora Vescovo di Rieti Domenico Pompili.
Il Valore Artistico
Tanti nel corso dei secoli sono stati i danni subiti quanto lo zelo dei fedeli nel ricostruire e nell’abbellire il nostro Santuario fino ad arrivare allo splendore odierno. Per chi varca l’ingresso a sei colonne impreziosito da una sobria inferriata, recentemente ristrutturato dalla Confraternita, sale le scale, accedendo al pronao subito si sente accolto dei due portici a chiostro laterali accompagnato dallo scrosciare dell’acqua delle due fontane in pietra locale prospicienti i due porticati. Tra il porticato di sinistra e la galleria degli ex-voto si erge il maestoso campanile che si affaccia sulla vallata e ancora oggi scandisce le ore della giornata.
La facciata del nostro Santuario è in stile cosiddetto “toscano”; tre gradini in pietra viva locale ci accompagnano all’ingresso in peperino bianco sormontato da un triangolo in cui è collocato un putto alato che sovrasta la scritta: EXALTATA SUA ------ AQUAS. Due finestre ad arco abbracciano un rosone decorativo sempre in pietra locale bianca. Una Croce sovrasta una statua della Vergine entrambe in pietra locale bianca a completare la facciata a piramide.
Entrando due colonne in stucco e capitelli jonici fanno da sostegno al coro in legno che ospita uno splendido organo a canne per il quale sono in corso le ricerche per un probabile restauro, due acquasantiere a forma di conchiglia in marmo contiglionese rosso accolgono il penitente alla remissione dei peccati veniali tanto che subito laterali due superbi confessionali di ottimo intaglio in legno non distolgono lo sguardo ammirato dagli stucchi in oro che accompagnano verso l’Altare Maggiore. Due altari laterali si trovano subito dopo i confessionali; il primo a sinistra entrando accoglie arredi liturgici ed una riproduzione del pittore Edoardo del Re di un quadro dedicato a San Giuseppe trafugato nel 1984. Di fronte si trova l’altare del SS Crocifisso dove sovrasta un Crocifisso ligneo su pittura di probabile scuola perugina offerto, come ben visibile, da Silvestro Bricca nel 1754. Colonne in fine scagliola e capitelli sempre jonici completano i due altari. Tornando a volgere lo sguardo verso l’organo due copie dei quadri: “il miracolo dell’olio” e “il miracolo dello storpio” ornano la parte superiore. Entrambe le opere originali furono trafugate nel 1984.
Camminando sul bellissimo pavimento in marmo donato a metà del secolo scorso si prosegue verso l’altare maggiore e oltre gli altari laterali già descritti colpiscono alcune lapidi collocate alla destra ed alla sinistra dei banchi. Significative quelle che ricordano i caduti della prima guerra mondiale, il sepolcro di un bimbo di pregevole fattura, l’urna che contiene i precordi del primo procuratore del Santuario Francesco Paolo Paglioni; tre gradini ed una balaustra attualmente in legno che copre l’originale in marmo permettono l’accesso all’abside e all’altare che risulta essere stato dorato nel 1665. Quest’ultimo risulta ancora preconciliare e partendo dal basso si scorgono lateralmente due grandi nicchie che ospitano a destra la statua di San Stanislao e a sinistra quella di San Nicola di Bari. Più in alto la nicchia che contiene il simulacro in argilla cotta della vergine orante con il bambino. Più in alto un dipinto di pregevole fattura raffigurante la SS Annunziata.
Le pareti dell’abside hanno ospitato fino al 1984, anno della trafugazione, due tele del 1700 raffiguranti il ritrovamento della statua e la ricostruzione del tempio; attualmente delle copie prendono il posto degli originali; vicino, due piccole porte laterali all’altare, sormontate da putti, portano alla sagrestia.


Curiosità sul Santuario

Building Temple for People
La facciata del Santuario è in stile “toscano”; tre gradini in pietra viva locale ci accompagnano all’ingresso in peperino bianco sormontato da un triangolo in cui è collocato un putto alato che sovrasta la scritta: EXALTATA SUA ------ AQUAS. Due finestre ad arco abbracciano un rosone decorativo sempre in pietra locale bianca. Una Croce sovrasta una statua della Vergine entrambe in pietra locale bianca a completare la facciata a piramide.

Building Ashram for People
A pochi passi dal Santuario, nel luogo esatto del ritrovamento è posto il gruppo scultoreo opera dell’artista Titti Saletti che rappresenta il momento del rinvenimento della Statuetta da parte della pastorella.

Building Houses for People
Le due opere “il miracolo dell’olio” e “il miracolo dello storpio” che ornano la parte superiore sono, putroppo, delle repliche.. Entrambe le opere originali furono trafugate nel 1984.
Dicono di noi